Questa pittura, di chiara matrice fiorentina tardo-cinquecentesca, è stata attribuita dal salvagnini a Domenico Soldini, giacchè è molto vicina stilisticamente ad un'opera, firmata e datata 1592, di questo autore che si trova nel vescovado di Pescia. Di Domenico Soldini non sappiamo se è pesciatino, il suo nome appare spesso nei registri dell'Accademia del disegno fiorentina tra il 1597 e il 1620.