Il dipinto fu reso noto dal Longhi nel 1950 subito dopo il recupero e dallo stesso studioso attribuito a Masaccio. La paternità di Masaccio per questa preziosa tavoletta è stato generalmente accolta dalla critica ad eccezione del Salmi che avanza delle riserve e più recentemente dal Cole che la ritiene opera di un anonimo artista fiorentino intorno al 1430.>>