Il dipinto compare fin dal 1624 in un inventario mediceo come opera del Beccafumi, assieme alla sua cornice dorata ed intagliata con teste di cherubini. Il dibattito critico non verte sulla autografia del dipinto, ma piuttosto sulla sua datazione che lo Judey (1932) colloca attorno al 1520, la Samminiatelli al 1518-19 per riscontrate affinita' stilistiche con gli affreschi dell'Oratorio di S.>>