Il dipinto, ricordato nell'inventario del 1769 col nome del Cranach e in quello del 1890 come opera di ignoto toscano, non ha trovato a tutt'oggi una sistemazione attributiva definitiva. Il Gamba, seguito dal Berenson (1932), propose di assegnarlo al Romanino; ma lo stesso Berenson, nelle successive edizioni degli elenchi, lo colloca nel catalogo del Licino. Per la Ferrari si tratta di una opera generica di scuola veneta della metà del Cinquecento.>>