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Questa Soprintendenza Speciale è notissima nelle sue parti e quasi sconosciuta nel suo insieme. Perché le sue parti, almeno le più famose, hanno nomi che fanno il giro del mondo: Galleria degli Uffizi, Galleria dell’Accademia, Palazzo Pitti con i suoi quattro musei più il giardino di Boboli, Museo Nazionale del Bargello, Cappelle Medicee, San Marco, sedi di tesori d’arte creati da maestri celebri come Giotto, Leonardo, Michelangelo, Caravaggio… Il nucleo più antico di musei e gallerie viene dalla famiglia dei Medici, al potere per tre secoli in Firenze, che mantenne a livelli d’eccellenza la committenza e il collezionismo d’arte. Proprio grazie all’ultima dei Medici, l’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa, giunsero allo Stato italiano con la clausola che restassero sempre a Firenze le raccolte che ella, nel 1737, volle preservare “per ornamento dello Stato, e per utilità del Pubblico, e per attirare la curiosità dei Forestieri”, una curiosità all’origine dell’odierno turismo. Ma nel suo insieme la Soprintendenza è un unico organismo, dipendente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha in gestione diretta il gruppo di musei, ville e giardini di proprietà dello Stato italiano (il cosiddetto “Polo Museale”), ed esercita la tutela sul patrimonio artistico, storico ed etnoantropologico di proprietà diverse nel “territorio” della città di Firenze. E agisce con una forma di autonomia gestionale, amministrativa e contabile poggiando su due uffici fondamentali, che come due polmoni nascosti e protetti entro il corpo ne mantengono attive le funzioni vitali: l’Ufficio del Bilancio e l’Ufficio del Personale.

Per mandare avanti una macchina come questa, in termini comprensivi di tutela, gestione, valorizzazione del patrimonio, ci sono i direttori e funzionari dei musei, i funzionari dell’Ufficio Città di Firenze, gli architetti, i tecnici, il personale di vigilanza e custodia, i responsabili di uffici e servizi “trasversali” (didattica, biblioteca, catalogo, notifiche, gabinetto fotografico, ricerche, permessi, archivi di varia natura, cura del sito web, sviluppo degli strumenti informatici e altro ancora): 700 persone, alle quali vanno aggiunti tutti coloro che lavorano al nostro fianco nei servizi d’accoglienza, nell’editoria, nella didattica, nello spettacolo.

Il sito web è il luogo dove tutto questo trova una presentazione organizzata e un’ampia cercabilità. Sono anche online, grazie a un lungo lavoro svolto negli ultimi anni e ancora in corso, archivi interi di immagini e di dati alfanumerici, che permettono di accedere a opere d’arte non esposte nelle sale ma conservate nei depositi.

Questa dimensione virtuale, in continua espansione e potenziamento, aumenta i contatti internazionali della Soprintendenza fiorentina, che è comunque parte di un vivacissimo network di scambi culturali, di cui le mostre d’arte sono un importante strumento.

Cristina Acidini