I colori

Secondo il De Arte Illuminandi i colori necessari per miniare erano otto: il nero, il bianco, il rosso, il giallo, l’azzurro, il viola, il rosa e il verde.
Si potevano ottenere da sostanze naturali – minerali, vegetali e animali - o in modo artificiale, tramite reazioni chimiche di cui si aveva già ampia cognizione.
Le sostanze coloranti di origine minerale e artificiale dovevano essere macinate nei mortai e su pietre molto dure, come il porfido, utilizzando l’acqua fino a ridurle in polveri finissime.
Le polveri venivano poi depurate mediante ripetuti lavaggi in acqua e fatte essiccare.
I colori vegetali e animali invece si ottenevano attraverso altri procedimenti, come la macerazione e la combustione.

Alcuni modi per ottenere i colori, secondo le informazioni fornite dal De Arte Illuminandi.

I leganti

• Albume (o chiara) d’uovo: si utilizzava il liquido depositato sotto la schiuma ottenuta battendo a lungo la chiara con un grosso pennello di setole di maiale.
• Colla di pergamena o di pesce, preparata con gli scarti di questi materiali fatti bollire in acqua.
• Gomma arabica: sostanza di origine vegetale derivata da una pianta dell’Africa settentrionale. Disciolta in acqua con l’aggiunta di altri ingredienti,
come lo zucchero o il miele, era un ottimo legante e dal Trecento sostituì la chiara d’uovo.
A queste sostanze si aggiungevano sempre antisettici naturali, come la canfora o i chiodi di garofano, per evitare che si degradassero.

I pennelli per stendere i colori dovevano essere molto sottili. Il miniatore li preparava con i peli della coda di scoiattolo e ne assottigliava la punta con le
forbici oppure la strofinava sulla pietra di porfido.